Etimologia del nome Charlotte, Storia e Ricetta

Fra le varie possibili etimologie del nome di questo dolce gli studiosi ritengono più probabile una derivazione corrotta dall’antico termine inglese ‘Charlyt’ (piatto di crema pasticciera) o dal termine ‘Charlotte’ utilizzato per indicare il tipico copricapo a forma di cuffia portato dalle donne francesi per tutto il Settecento e l’Ottocento, che ricorda in effetti la forma tipica della Charlotte.
Il termine, nel tempo, indicò due diverse preparazioni: dapprima una da forno di probabile origine inglese – conosciuta anche come Apple Charlotte e somigliante più ad un budino – e poi una fredda, quella nota comunemente come Charlotte o Charlotte russe ed un tempo come Charlotte à la parisienne, che rappresenta la versione che mangiamo ancora oggi con gran gusto.
Per quanto riguarda la versione da forno la prima attestazione del nome risale al 1796 e si ritrova all’interno del poema eroicomico The Hasty Pudding di J. Barlow1, scherzosa celebrazione delle delizie culinarie della nuova Inghilterra, in cui egli la descrive con queste parole:
“the charlotte brown, within whose crusty sides,
a belly soft the pulpy apple hides”
(“la charlotte dorata, nei cui fianchi croccanti/ si nasconde un ventre morbido di mele”) (1).
Per la prima ricetta stampata dell’Apple Charlotte bisognerà aspettare circa un decennio. La ricetta appare infatti nel 1806, all’interno de Le Cuisinier impérial di André Viard (Paris, J. -N. Barba), mentre la prima attestazione a stampa in Inghilterra la ritroviamo all’interno del più popolare ricettario inglese dell’epoca: nella seconda edizione rivista del 1808 de A New System of Domestic Cookery (London, John Murray).
Non ci sono invece molti dubbi su chi creò e traghettò nell’epoca moderna la Charlotte e sul perché venne così nominata: l’etimologia del termine è da riferirsi al nome della regina Charlotte (1744–1818), moglie di Giorgio III, che regnò in Inghilterra tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, e a cui la preparazione venne dedicata da Marie-Antoine Carême.
Difatti il momento in cui la Charlotte esce dall’incertezza e si fissa nella storia della pasticceria è il 1815. Di sicuro infatti possiamo ritenere che la prima, reale ricetta della Charlotte così come noi la conosciamo ed apprezziamo, è firmata da Marie-Antoine Carême che ne offre varie versioni nel suo capolavoro Le Pâtissier Royal Parisien del 1815 (Paris, Dentu), denominandola Charlotte à la parisienne o Charlotte à la Russe (2), in onore della regina Charlotte, moglie di Giorgio III (nelle cui cucine Carême fu chef de cuisine appena dopo la caduta di Napoleone).
Fu qui che Antonin Carême iniziò a modificare la ricetta inglese della Charlotte partendo dall’inserimento dai biscotti ‘boudoir’ da lui inventati (i nostri amati Savoiardi), per poi giungere – rivoluzionando e stravolgendo completamente l’Apple Charlotte – a quel capolavoro che sopravvive ancora sulle nostre tavole. Il grande pasticciere nella sua opera dedica alla Charlotte i capitoli XIX-XX della quinta parte (pp. 446-451) e ne propone varie versioni: Charlotte à la parisienne, Charlotte à la française, Charlotte à l’italienne, Charlotte aux macarons d’avelines, Charlotte aux gaufres aux pistaches, Charlotte de pommes d’api, Charlotte de pommes de rainette, Charlotte d’abricots,Charlotte de peches.
Ecco la ricetta originale della Charlotte à la parisienne, nella sua prima versione a stampa datane dal Carême:

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1) Joel Barlow, The Hasty Pudding in New York Magazine, New Series, January 1796, pp. 41-49
2) Sebbene alcuni studiosi ritengano che l’inserimento della denominazione ‘à la Russe’ sia un omaggio di Carême allo Zar Alessandro I, nelle cui cucine il grande cuoco prestò servizio per breve tempo dopo l’esperienza alla corte d’Inghilterra.


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