Eccolo qua: si tratta di Come posso mangiar bene? Libro di cucina, con oltre 1000 ricette di vivande comuni, facili ed economiche per gli stomachi sani e per quelli delicati, stampato per la prima volta a Milano da Ulrico Hoepli nel 1900.
Ve lo racconteremo andandovi ad illustrare la quinta edizione, rifatta e accresciuta, conservata nella collezione del Garum, il cui titolo diventa Come posso mangiar bene? Libro di cucina con oltre 300 precetti e 756 ricette di vivande comuni, facili ed economiche adatte agli stomachi sani e a quelli delicati… Con 43 figure e 10 tavole. Stampata a Milano dallo stesso editore nel 1921.
L’opera è il primo libro di cucina ufficialmente scritto da una donna ad essere stampato in Italia. Andiamo a spiegarci meglio: con sicurezza sappiamo che scrittrici femminili di cucina avevano già scritto sin dal Settecento opere edite in Italia, ma tali opere uscirono sempre in forma anonima, senza esplicitare il nome dell’autore. Diversamente, in Europa, gli editori tedeschi, francesi ed inglesi avevano già stampato esplicitamente opere culinarie di autrici almeno dal Seicento. Perchè? In realtà la spiegazione è abbastanza semplice, prosaica e tristemente economica: gli editori italiani erano sicuri che un libro di cucina scritto da una donna avrebbe venduto meno copie rispetto ad uno scritto da un uomo, seppur anonimo.
Al lettore moderno appare quasi come un nonsense! Sicuri però che i tempi siano così cambiati? Al modo dei Rishi indiani risponderemo a questo legittimo quesito con una storia, uscendo per una attimo dai sentieri editoriali della cucina e della gastronomia che siamo soliti frequentare qua al Garum.
Nel 1998 il sempre attento editore Salani compra i diritti di un libretto per ragazzi edito l’anno precedente in Inghilterra. Il libretto è titolato Harry Potter and the Philosopher’s Stone e viene tradotto ed offerto al pubblico italiano come Harry Potter e la Pietra filosofale. Chi non conosce oggi la saga di Harry Potter e l’enorme impero costruito dalla sua ideatrice Joanne K. Rowling?
Ebbene, all’epoca, Harry Potter era soltanto un libretto di appena buon successo in Inghilterra e ben lontano da essere quel fenomeno di massa che poi sarebbe diventato a partire dal 2001 con l’uscita dei film. Salani sicuramente ci vide molto lungo ma, nella fretta di far uscire il libretto prima dell’estate 1998 (mesi caldi per le uscite dei libri per ragazzi) e, probabilmente, considerandolo comunque non fra i titoli più importanti del suo catalogo, non prestò molta attenzione alle clausole contrattuali del contratto con cui aveva acquisito i diritti per la traduzione.
Infatti nel maggio di quell’anno stampò una tiratura, relativemente esigua, di circa 1000 esemplari per rifornire le libreria ma…
Esplose un pandemonio! Sulla brossura e in frontespizio l’editore aveva fatto stampare il nome dell’autrice del libro per esteso: Joanne K. Rowling. Cosa espressamente vietata dal contratto: il nome doveva essere stampato come J.K. Rowling. Le copie vennero ritirate immediatamente dalle librerie e Salani riuscì solo per un pelo ad evitare una causa legale…
Perchè? Molto semplice: l’editore inglese ed il manager della Rowling erano sicuri che la storia per ragazzi di un maghetto avrebbe avuto molto meno successo se fosse stato rivelato al pubblico che l’autore era una donna… Trovate delle somiglianze con la storia della Ferraris Tamburini? Corsi e ricorsi direbbe Vico, Mala tempora currunt risponderebbe Cicerone!
Ma torniamo in cucina! Dall’opera della Ferraris Tamburini vi proponiamo una ricetta strepitosa, le Conchiglie di pollo.
‘Prendete delle regaglie di pollo (per sei porzioni o conchiglie occorrono almeno le due ali); liberatele dalle ossa, dalla pelle e tagliatele a pezzettini. Scottate e mondate sei creste, che ridurrete pure a piccoli pezzi; se ne avete, aggiungete un pajo di tartufi, un fegato di pollo che batterete minutamente. Mescolate il tutto, salate e impepate leggermente. In una casseruola fate sciogliere 25 grammi di burro; aggiungetevi un cucchiajno da caffè di fiore di farina; mescolate e mettete a rosolare il battuto. Girate con… bella maniera, lentamente, e quando il battuto ha preso il colore, annaffiatelo con un bicchierino di marsala. Lasciate cuocere su fuoco vivo fino a che il vino sia stato assorbito. Allora bagnate con due o tre cucchiajate da minestra di sugo di carne o di brodo ristretto, moderate il fuoco e dimenate col mestolo. Ritirate la casseruola quando il liquido è quasi consumato. Unite allora al composto due tuorli d’uova sode, tagliati ciascuno in quattro spicchi. Mescolate di nuovo, e distribuite il composto nelle sei conchiglie. Spolverizzatele di pan grattato e mettetele al forno, dal quale le ritrarrete per servirle calde, quando il pane avrà preso il colore dorato’.