Tutto ebbe inizio in Svizzera, a Meiringen, verso la fine del Seicento, quando nel piccolo laboratorio di un pasticcere di nome Gasparini o Casparini (di probabili origini italiane) venne montato a neve l’albume con lo zucchero a velo. O no?
Gli storici della pasticceria si dividono infatti fra chi propende per la suddetta ipotesi e chi invece sottolinea che già nel 1603, nel manoscritto noto come The Receipt Book of Lady Elinor Fettiplace (1), era presente una ricetta – White bisket bread – che prevedeva lo zucchero unito a chiare d’uovo sbattute e poi cotte in forno tiepido. Non possiamo inoltre non citare nella diatriba fra i possibili inventori delle meringhe, un monumento della cucina mondiale come François Massialot: gli storici spesso dimenticano infatti che già nel 1692 egli inseriva in un suo ricettario la Meringue (2) , dolce composto di uova sbattute e zucchero cotti in forno.
Comunque sia la storia e chiunque ne sia l’inventore, il dolce si diffuse rapidamente in tutto il mondo, diventando un vero e proprio patrimonio della cucina europea. Anche la regina Maria Antonietta aveva una vera e propria passione per la meringa e amava prepararle di persona: le piaceva montare la panna vestita da contadina e modellava le sue meringhe, secondo la tradizione, col cucchiaio! In pochi sanno infatti che fino agli inizi del XIX secolo, le meringhe venivano formate utilizzando il cucchiaio. Fu poi Carême, altro padre fondatore della pasticceria moderna, che ebbe l’idea di crearle con la sac a poche dandole forme sempre diverse, in composizioni di meringhe multiple sempre più ardite ed artistiche. A partire poi dalla metà dell’Ottocento lo scettro di miglior meringa di Francia, fu detenuto dalla pasticceria parigina Piche Thomas-Magnan. Una curiosità recente: nel 1985 a Meiringen, venne realizzata la più grande meringa del mondo, lunga due metri e mezzo, larga un metro e mezzo e alta 70 centimetri. Per realizzarla servirono circa 2000 uova, 120 chili di zucchero a velo e 60 litri di panna montata. Numeri che le valsero l’iscrizione nel Guinness dei primati!
1)Pubblicato postumo, integralmente, solo nel 1986: John and Hilary Spurling (ed. by), Elinor Fettiplace’s Receipt Book; Elizabethan Country House Cooking. London, Salamander Press, 1986.
2) François Massialot, Nouvelle instruction pour les confitures, les liqueurs et les fruit…, Paris, Charles de Sercy, 1692.