Mario Acqua, I miei bambini mangiano così, 1945

Alimentazione del bambino, allattamento e vizio!

Dalla biblioteca del Garum oggi vi proponiamo il primo libro scientifico interamente dedicato all’alimentazione del bambino stampato in Italia.

Mario Acqua 
I miei bambini mangiano così. 180 ricette di cbi e bevande per l’infanzia… Roma, Eden, 1945.
Edizione originale, rara ed estremamente interessante del primo libro interamente dedicato all’alimentazione dei bambini in Italia. Mario Acqua, professore di clinica pediatrica ‘presso la R. Università di Roma, condensò in questo volume tutta la sua esperienza di pediatra, anteponendo alle ricette vere e proprie (pp.95-272) un’ampia sezione di puericultura – divisa in 11 sezioni: Il bambino dal medico; Norme generali per l’allattamento, Tecnica dell’allattamento al seno materno; Igiene ed alimentazione della donna che allatta; Cause che possono impedire l’allattamento al seno materno; Allattamento mercenario; Allattamento artificiale; Allattamento misto; Aumento di peso del bambino normale; Svezzamento; Schemi di alimentazione dal primo anno di età – e una estesa raccolta di tabelle con i valori nutritivi dei cibi indicati per i bambini. Le ultime 37 pagine sono dedicate all’Alimentazione del bambino malato.

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E riguardo l’allattamento del neonato qual’era la posizione della scienza nel 1945? Eccola qua:
“Uno dei quesiti più frequenti e più urgenti sul quale il medico è chiamato a decidere, è la necessità o meno di iniziare o di proseguire un allattamento al seno della madre. Un tale problema sarebbe quasi sempre di facile soluzione se non venisse complicato il più delle volte proprio dagli interessati i quali, dopo avere in merito già deciso per proprio conto, si rivolgono alla autorità del medico per ottenere una conferma ufficiale alla decisione già presa o per lo meno già maturata.
Ciò vale tanto nel senso positivo che in quello negativo poichè, come avviene sovente di dover fare ogni sforzo per convincere ad allattare delle mamme che non hanno alcuna seria ragione per sottrarsi al loro compito, ed alle quali non manca altro che la buona volontà e l’altruismo necessario al compimento del loro dovere in maniera quasi criminosa. Così accade anche più spesso di dover fare più penosa opera di persuasione verso altre mamme, le quali non vogliono assolutamente rinunciare alla gioia di allattare, mentre è necessario e spesso urgente che lo facciano, nell’interesse loro e del bambino” (pp. 38-39).
Chiaro no?

E dopo lo svezzamento? Analizziamo anche una ricetta che contiene al suo interno, numerose indicazioni pratiche su come affrontare un bambino un po’ viziato e recalcitrante
Pane di patate
Si tratta di una preparazione che ricorda molto quella del budino di patate, ma di questa più semplice ed in molti casi più gradita. Sbucciate e fate cuocere un chilogrammo di patate in poca acqua salata; passatele poi al setaccio e diluitele, versandovi un bicchiere di latte tiepido ed una sessantina di grammi di burro fuso. Mescolate a fondo questi primi elementi (ciò potrà farsi come sempre in una terrinetta); quando la miscela, oramai quasi fredda, sarà divenuta liscia ed omogenea, condite con un po’ di sale ed unitevi ad una ad una tre uova, mescolando sempre con energia perchè tutto si incorpori alla perfezione; aggiungetevi per ultimo duecento grammi di parmigiano grattato. Mescolate ancora tutto e versate il composto nello stampo adatto, adeguatamente preparato con il solito sistema. Fate cuocere nel forno o fra due fuochi per una ventina di minuti. Rovesciate con precauzione lo stampo sopra ad un piatto e tutto sarebbe finito, se non vi dovessi dare una ulteriore istruzione, adattabile a tutti i budini ma a questo di patate in modo speciale. Noi vi abbiamo messo molte sostanze alimentari tutte molto nutrienti, quale il latte, le uova, il burro, le patate o il semolino ecc.

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Ne manca però una importantissima, senza della quale, a lungo andare, un regime alimentare non può dirsi completo, e cioè la carne. Come si può fare ad aggiungere la carne ad un budino? Semplicissimo, mi direte voi, si fa a parte della buona carne arrostita a puntino con taglio molto tenero e se ne dà al bambino una fetta assieme ad una porzione del budino.
Ma se il bambino la rifiuta, se è troppo piccolo per poterla masticare anche se tritata? Ho visto tanti bambini che al solo sentire sulla lingua dei pezzettini di carne, la sputavano, e non volevano più mangiare. Ve ne sono alcuni che fino a quattro o cinque anni sono tenuti senza carne perchè la rifiutano sistematicamente, comunque venga loro presentata. Quando io protesto con la mamma facendole riflettere e toccare con mano i danni cui il bambino va incontro per tale deficienza, mi sento rispondere con un tono di ineluttabilità: ‘Lei ha ragione da vendere, ma il bambino non la vuole’.
Si potrà allora aggiungerla in vari modi: se il budino è tutto destinato a più bambini ed esclusivamente a loro, potrete, dopo averlo estratto dallo stampo, praticarvi un foro centrale o più fori attorno attorno, in modo però che non raggiungano la base del budino, e versarvi il succo di carne.
Se invece del medesimo piatto dovranno usufruire anche gli altri membri della famiglia, potrete versarlo nella porzione destinata al bambino, dopo averla tagliata e deposta sul piatto. Se il vostro bambino non fosse soltanto ‘un poco’ viziato e capriccioso, ma lo fosse molto ed al punto di non volere la sua pietanza perchè di colore diverso da quello degli altri, praticate due o tre fori nel budino prima di tagliarlo ma soltanto nella parte riservata a lui e poi tagliatela sotto i suoi occhi facendolo così contento e gabbato.
Anche però in questa occasione ripeto il mio vecchio adagio, che vorrei fosse per voi una legge: Non viziate, nè lasciate viziare il vostro bambino” (pp. 132-133).


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